Il ct dell'Italia fa sapere di preferire la vittoria allo spettacolo
Niente spettacolo, domani con la Georgia basta un'Italia "dignitosa" e soprattuto la vittoria, l'unico genere di esibizione che interessi Marcello Lippi. Dalla serata calda di Cipro al palcoscenico del 'Friuli', per il commissario tecnico mondiale la ripartenza azzurra rischia di diventare una po' più spericolata del previsto: e dunque è meglio andare anche questa volta sul concreto, sfoderando una raffica di 'chissene' e puntualizzare.
"Di fare 10 partite spettacolari di qui al Sudafrica non mi frega proprio nulla - è la sua sincera ammissione - Conta solo quel che sarà tra due anni: se vinciamo sempre 4-0 e poi al Mondiale usciamo al primo turno verrò massacrato. Anzi, se è così anche di più. L'unica musica che mi interessa è la vittoria". Dopo la sorpresa di una partita di sofferenza a Larnaca e le ossa rotte di azzurri in serie, il ct si è trovato di fronte a Udine l'enorme palco del concerto di Vasco Rossi allestito per dietro una delle due porte: al momento, un ostacolo più alto di quel che lascia intendere la Georgia domani.
Le preoccupazioni contro la nazionale numero 77 al mondo, dodici posizioni più giù di Cipro, possono arrivare per paradosso dal rischio di confondere i pali delle porte con i tubi Innocenti ("ma vedrete, il mio palco porterà fortuna", assicura il popolare Blasco). E soprattutto dalle condizioni di forma ancora approssimative di tanti azzurri. Su tutti, quella di Luca Toni per il quale Lippi sembra però a sorpresa disposto a puntare ancora. "Di Natale giocherà dal primo minuto, ditelo alla gente di Udine. I tifosi del Bayern invece accendano la tv e ci seguano: così soddisferanno la loro curiosità", il messaggio criptato dell'allenatore.
La tentazione di ridare fiducia al suo centravanti preferito non corrisponde solo alla voglia di una squadra spregiudicata: anzi, ha ribadito un Lippi inaspettatamente caricato, "non voglio un'Italia spericolata, ma semplicemente un'Italia vincente". Insomma, è una scelta dettata da gerarchia e da preferenze tattiche. E' impossibile nascondere i problemi emersi sabato a Larnaca, e infatti il ct ammette che "ora prendiamo gol troppo facili, mentre prima non li prendevamo". Per questo il via libera a un nuovo tridente prevede un cambio di assetto sostanziale: tre o quattro nuovi innesti dal primo minuto, più i tre cambi in corsa, e soprattutto maggior equilibrio con Camoranesi sulla linea d'attacco.
Sempre che a rovinare i piani non arrivino altri infortuni in corso d'opera, ha sottolineato Lippi, pronto a rivelare di aver "lanciato un paio di moccoli toscani" quando Gattuso gli è franato addosso domenica, nella caduta fantozziana dentro la fossa della panchina: "é stato tutto assurdo". L'assenza del milanista toglie a Lippi l'unico uomo in grado di equilibrare il modulo a tre punte. Di qui la formula provata nell'allenamento di oggi al Friuli, più moderata rispetto a sabato: Camoranesi avanzato sulla linea d'attacco, il centrocampo a tre composto da Pirlo-De Rossi-Aquilani, Di Natale al fianco di Toni. E in difesa Legrottaglie in coppia con Cannavaro ("anche lui ci sarà di sicuro, anche se è solo al 70%: ma mi ha detto di esser pronto a un'altra partita, e io gli credo").
A conti fatti tre innesti iniziali, Dossena Legrottaglie e Aquilani, e un'Italia meno sbilanciata; poi, il possibile ingresso in campo di due tra Iaquinta, Gilardino e Del Piero. Di fronte ci sarà una Georgia in campo con "la morte nel cuore, ma in grado di ritrovare la forza di giocare", e quel Cuper al quale tolse suo malgrado lo scudetto nell'oramai mitico 5 maggio 2002: l'interista a Roma vedeva sfumare uno scudetto oramai vinto, Lippi bianconero da Udine si prendeva il suo campionato più insperato. "Che ricordo ho di quel giorno? Piangevo...", la sarcastica riposta dell'ex allenatore Juve, che ha poi aggiunto con altrettanta franchezza un "non mi frega di quella data".
"Il mio obiettivo di domani - ha concluso Lippi - è tornare a casa con sei punti in due partite: poi ci ritroveremo a ottobre, con maggior condizione, qualche uomo in più. E vedrete che sarà un'altra situazione. Intanto con la vittoria vediamo di crescere, e non è difficile rispetto a Cipro. Non mi interessa lo spettacolo, mi basta un'Italia decente e dignitosa ma che vinca. E tra due anni, al Mondiale, ritrovarmi con una nazionale dal cuore grosso e due palle così...". Difficile essere più espliciti.
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