L’esposizione ad acqua potabile inquinata da residui di farmaci riguarda la cifra apocalittica di 46 milioni di cittadini solo negli Stati Uniti e non 41 come si credeva: i dati – del tutto inattesi e molto allarmanti – emergono da nuove ricerche delle autorità stimolate da un sondaggio effettuato dall’Associated Press.
Nel marzo 2008 i ricercatori dell’AP National Investigative Team hanno analizzato per 5 mesi l’acqua di 50 città statunitensi, preso in esame centinaia di studi clinici effettuati negli ultimi anni, analizzato i database federali sulle acque potabili, intervistato più di 230 funzionari addetti alla purezza delle acque potabili e numerosi scienziati. Un vasto campionario di residui di farmaci (antibiotici, anticonvulsivi, stabilizzatori dell’umore, ormoni sessuali tra gli altri) è stato rinvenuto in campioni d’acqua prelevati dall’acqua potabile utilizzata da 41 milioni di cittadini statunitensi. Un fatto che ha comprensibilmente gettato nel più profondo sconcerto l’opinione pubblica americana.
Preoccupati anche i vertici di alcune istituzioni sanitarie americane, che hanno commissionato ricerche in zone non toccate dalle analisi AP: il risultato – reso noto in questi giorni – getta una luce ancora più inquietante sulla faccenda: altri 5 milioni di cittadini statunitensi (e con loro fanno 46 milioni) sono quotidianamente esposti a residui di farmaci che entrano nella catena alimentare con conseguenze non ancora calcolabili. E in Europa?
Nessun commento:
Posta un commento