domenica 14 settembre 2008

Residui di farmaci, un veleno silenzioso nell'acqua?

L’esposizione ad acqua potabile inquinata da residui di farmaci riguarda la cifra apocalittica di 46 milioni di cittadini solo negli Stati Uniti e non 41 come si credeva: i dati – del tutto inattesi e molto allarmanti – emergono da nuove ricerche delle autorità stimolate da un sondaggio effettuato dall’Associated Press.

Nel marzo 2008 i ricercatori dell’AP National Investigative Team hanno analizzato per 5 mesi l’acqua di 50 città statunitensi, preso in esame centinaia di studi clinici effettuati negli ultimi anni, analizzato i database federali sulle acque potabili, intervistato più di 230 funzionari addetti alla purezza delle acque potabili e numerosi scienziati. Un vasto campionario di residui di farmaci (antibiotici, anticonvulsivi, stabilizzatori dell’umore, ormoni sessuali tra gli altri) è stato rinvenuto in campioni d’acqua prelevati dall’acqua potabile utilizzata da 41 milioni di cittadini statunitensi. Un fatto che ha comprensibilmente gettato nel più profondo sconcerto l’opinione pubblica americana.

Preoccupati anche i vertici di alcune istituzioni sanitarie americane, che hanno commissionato ricerche in zone non toccate dalle analisi AP: il risultato – reso noto in questi giorni – getta una luce ancora più inquietante sulla faccenda: altri 5 milioni di cittadini statunitensi (e con loro fanno 46 milioni) sono quotidianamente esposti a residui di farmaci che entrano nella catena alimentare con conseguenze non ancora calcolabili. E in Europa?

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