martedì 30 settembre 2008

Gp di Singapore - La McLaren non vuole sbagliare più


Hamilton non ha intenzione di lasciarsi sfuggire il titolo come accadde nel 2007: secondo i dirigenti della casa di Woking l'esperienza passata sarà utile - sia al pilota, sia al team - per non ripetere gli errori che portarono al trionfo di Raikkonen

Martin Whitmarsh, amministratore delegato della McLaren, analizza l'attuale situazione nel campionato mondiale facendo un paragone con la stagione passata, quando Lewis Hamilton perse il titolo iridato clamorosamente, pagando una sorta di peccato di gioventù

"L'anno scorso una debolezza della squadra era rappresentata dal desiderio di vincere ogni gara a ogni costo - ha detto Whitmarsh -, fatto comprensibile per un pilota giovane come Hamilton, meno per un team esperto come il nostro. I campionati non si vincono così".

In questo 2008, però, le cose sono cambiate: "Siamo stati molto più disciplinati", ha confermato Whitmarsh. Non a caso il risultato più importante nella corsa al titolo è stato proprio il terzo posto di Singapore, non certo il successo dell'esordio australiano o quello di Hockenheim, tappe felici ma non ancora decisive.

A Singapore "abbiamo detto a Lewis di non attaccare Rosberg e di difendere il terzo posto", ha dichiarato il patron McLaren, Ron Dennis. "I campionati si vincono con la continuità e l'affidabilità - gli ha fatto eco lo stesso Hamilton -. Nell'ultimo Gp siamo finiti terzi eppure è stato un risultato fondamentale: non avrei mai potuto rischiare di gettare via quei punti".

A tre Gran Premi dalla conclusione della stagione (Giappone, Cina e Brasile) il pilota britannico della McLaren ha 7 punti di vantaggio su Felipe Massa, un margine che in teoria gli permetterebbe di accontentarsi di tre secondi posti per diventare campione, il più giovane nella storia della Formula 1. Lo scorso anno Hamilton fu capace di buttare via 17 punti in vantaggio nelle ultime due gare, un peccato d'inesperienza irripetibile, anche la Ferrari non smetterà mai di sperare, almeno fino a quando la matematica lascerà uno spiraglio al Cavallino.

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