giovedì 18 settembre 2008

Alitalia: Cai ritira offerta a unanimità, rischio fallimento

L'assemblea di Cai ha deciso all'unanimità di ritirare l'offerta presentata al commissario di Alitalia per l'acquisto delle attività volo, aprendo la porta al fallimento della compagnia aerea in amministrazione straordinaria dalla fine di agosto.

La "drammatica situazione di Alitalia e dei mercati internazionali non permette di allungare ulteriormente una trattativa che è stata approfondita e che ha portato a numerose concessioni", hanno fatto sapere in una nota i 16 imprenditori italiani guidati dal numero uno della Piaggio Roberto Colaninno dopo circa un'ora e mezzo di incontro.

"Ulteriori concessioni e dilazioni metterebbero a rischio la realizzazione del piano industriale, che secondo Cai avrebbe permesso di creare un'azienda solida e in grado di competere".

Delle 9 sigle sindacali presenti in Alitalia solo 3 - Cisl, Uil e Ugl - avevano approvato il piano di Cai mentre la Cgil e i cinque sindacati autonomi si erano limitati a presentare una controproposta.

Il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi aveva detto stamattina che l'unica alternativa a Cai sarebbe stata il fallimento.

BERLUSCONI: POTREMMO ESSERE DI FRONTE A BARATRO

Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, che molto si è speso per respingere un'offerta di Air France-Klm e per metterne in campo una cordata italiana, aveva sollecitato Cai ad andare avanti con il suo progetto anche senza il consenso del primo sindacato italiano.

Appreso che Cai ha gettato la spugna Berlusconi ha parlato di "situazione drammatica, sull'orlo del baratro" e ha denunciato pesantissime responsabilità politiche della Cgil e delle associazioni dei piloti.

Alla domanda se per Alitalia sia il momento di dichiarare fallimento Berlusconi ha risposto: "Vediamo, dobbiamo approfondire".

Una cinquantina di dipendenti di Alitalia si sono riuniti davanti la sede milanese in cui si è svolta l'assemblea di Cai.

Alla notizia della proposta di ritiro dell'offerta si sono sentiti degli applausi e il grido "buffoni".

Tra gli slogan scanditi: "Meglio falliti che in mano ai banditi" e "Via la casta riapre l'asta".

I soci di Cai si erano detti disponibili a investire un miliardo di euro in un progetto che prevedeva l'integrazione di AirOne con Alitalia. Il piano prevedeva 3.250 esuberi ma "12.500 lavoratori sarebbero stati assunti in via diretta e si creavano le condizioni per ulteriori 1.700 assunzioni nei settori cargo e manutenzione", dice la nota Cai.

Era anche previsto l'acquisto di 60 nuovi aerei e il raggiungimento dell'equilibrio economico e finanziario entro due-tre anni.

Il nuovo contratto di lavoro avrebbe ridotto il peso dei sindacati autonomi e ridotto del 6-7% le retribuzioni.

Era previsto che fosse distribuito ai dipendenti parte dell'utile. Infine i dipendenti a tempo indeterminato che avessero visto terminare il rapporto avrebbero beneficiato di ammortizzatori sociali tali da permettere fino a 7 anni di accompagnamento alla pensione.

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