mercoledì 10 settembre 2008

Il parto naturale aumenta l'empatia della madre

Le mamme che partoriscono con parto naturale sono, nelle prime settimane di vita del neonato, più sensibili al pianto del figlio rispetto a quelle che hanno subito il taglio cesareo. Il motivo? Il parto naturale libera una serie di ormoni la cui espressione favorisce l'attività del cervello deputata alla gestione delle emozioni. Lo ha dimostrato una ricerca condotta da un gruppo di ricercatori della Yale University e pubblicata sull'ultimo numero della rivista Journal of Child Psychology and Psychiatry.

Il pianto del bambino funziona da allarme per il cervello materno; le mamme che hanno avuto un parto naturale hanno una reattività cerebrale maggiore e in particolare hanno una maggiore attività metabolica nei nuclei lenticolari, zone deputate a processare le informazioni che poi generano empatia.

Per verificare l'ipotesi che le donne che hanno partorito con taglio cesareo fossero meno capaci di intuire e comprendere le ragioni del pianto del proprio figlio rispetto alle donne che hanno partorito con parto naturale, i ricercatori hanno sottoposto a risonanza magnetica funzionale le neo-mamme nel primo mese successivo al parto, in particolare a due e a quattro settimane dal lieto evento. La risonanza magnetica funzionale è una tecnica che permette di verificare, in tempo reale, quale sia la zona del cervello che aumenta la propria attività metabolica in conseguenza ad uno stimolo.

Il parto naturale, come millenni di storia del genere umano insegnano, è funzionale per preparare cambiamenti fisologici e psicologici nelle mamme in modo da facilitare l'accudimento, essenziale per la prole nei primi mesi.
Tuttavia nella società moderna, complice l'innalzamento dell'età della prima gravidanza e una tendenza a ospedalizzare un evento naturale, il parto cesareo è considerato un'opzione talvolta necessaria per preservare la salute della mamma e del bambino.

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