lunedì 3 novembre 2008

UE: ITALIA IN RECESSIONE TECNICA

Il settore statale ha registrato nei primi dieci mesi dell'anno un fabbisogno di circa 52.500 milioni di euro, superiore di circa 14.500 milioni a quello dell'analogo periodo del 2007. Lo rende noto il ministero dell'Economia. Nel solo mese di ottobre il fabbisogno è risultato pari a 13.000 milioni, superiore di circa 4.600 milioni rispetto a quello del mese di agosto del 2007.

UE: ITALIA IN RECESSIONE TECNICA, 2009 IN CRESCITA ZERO
L'Italia è entrata in una fase di recessione tecnica e chiuderà il 2008 e il 2009 con una crescita zero. A certificarlo sono le previsioni d'autunno della Commissione europea che ha tagliato drasticamente le stime di crescita di tutta Eurolandia: il prossimo anno dovrebbe infatti chiudersi per la zona euro con uno striminzito 0,1%, con Francia e Germania anch'esse a quota zero e la Spagna a quota -0,2%. "Siamo in crisi, ma allineati con gli altri Paesi europei", ha commentato il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, arrivato a Bruxelles per la riunione dell'Eurogruppo. E il ministro si è detto soddisfatto per le previsioni della Commissione Ue sul fronte del deficit italiano, anche se questo salirà dall'1,6% del 2007 al 2,5% del 2008 e al 2,6% del 2009. "Si conferma la validità dei nostri numeri, quelli della Finanziaria triennale", ha detto Tremonti, ricordando come per l'Italia non vale lo scenario di altri Stati di Eurolandia il cui disavanzo sforerà nuovamente il 3%, come nel caso della Francia.

- PREVISIONI DA PRENDERE CON LE PINZE. Lo scenario delineato nelle nuove previsioni della Commissione Ue è quanto mai pessimista. "L'economia europea è ferma" e davanti a noi abbiamo "un orizzonte cupo", ha sottolineato il commissario Ue agli affari economici e monetari, Joaquin Almunia, spiegando come la leggera ripresa prevista per il 2010 è messa più che mai a rischio dalla "elevatissima incertezza" dovuta alla crisi finanziaria. Crisi che potrebbe anche aggravarsi nelle prossime settimane. "Ormai la recessione è un rischio concreto per alcuni Paesi, per la zona euro e per l'intera Unione europea", ha sottolienato Almunia, per il quale "la situazione é lungi dall'essere tornata normale, con un rallentamento dell'economia che al momento è rapidissimo".

La speranza - ha spiegato il commissario Ue - è che "ci possa essere un recupero graduale nella seconda metà dell'anno prossimo, così da permettere una leggera ripresa l'anno successivo, che potrebbe chiudersi con un Pil di Eurolandia allo 0,9%". Questo anche grazie al previsto calo dei prezzi delle materie prime, a partire da quello del petrolio, che dovrebbe riportare l'inflazione della zona euro dal 3,5% del 2008 al 2,2% nel 2009 e al 2,1% nel 2010. Ma - ha riconosciuto Almunia - si tratta di uno scenario molto prudente". E le previsioni per il 2010 - ha ammesso - sono da prendere con le pinze". Perché "nessuno è profeta, e nessuno ha cognizione di quello che accadrà nel prossimo futuro".

- ITALIA, RISCHI DA IMPATTO CRISI FINANZIARIA. In questo quadro, la Commissione Ue spiega come "l'accentuato rallentamento dell'economia italiana risale già alla metà del 2007, ben prima dell'impatto della crisi dei mercati sull'economia europea". La crescita del Belpaese è quindi tornata col segno meno nel secondo trimestre del 2008, e "per la seconda metà dell'anno più indicatori, in particolare quelli sulla produzione industriale e sulla fiducia delle imprese, mostrano come il Paese sia entrato in una recessione tecnica".

"E' solo grazie al rimbalzo del primo trimestre 2008 - spiegano i servizi del commissario Almunia - dovuto in gran parte a un effetto statistico dopo il risultato fortemente negativo dell'ultimo trimestre 2007, che l'attività economica nel 2008 è attesa essere piatta. Questo implica anche un impulso negativo di crescita per il 2009". Un'inflazione più bassa, che nel 2009 tornerà al 2%, e alcuni incrementi salariali porteranno ad una "leggera e graduale ripresa dei consumi privati nel 2009 e 2010" con una crescita del Pil prevista allo 0,6%. Ma anche per l'Italia, "nonostante il livello di indebitamento relativamente basso del settore privato, esistono rischi di un impatto significativo della crisi finanziaria sull'economia reale". La congiuntura economica stagnante incide anche sui conti pubblici italiani, nonostante Bruxelles promuova il piano trienale di stabilizzazione della finanza pubblica approvato dal Parlamento in estate e confermato nella bozza della Finanziaria 2009.

Il deficit italiano, comunque, secondo le previsioni della Commissione Ue, dall'1,6% del 2007 tornerà a salire al 2,5% quest'annno e al 2,6% nel 2009, per poi riscendere al 2,1% nel 2010. E segnali non buonissimi arrivano sul fronte dell'elevatissimo debito pubblico, che non solo nel 2008 non scenderà, restando al 104,1% dello scorso anno, ma nel 2009 tornerà a salire dopo molto tempo, attestandosi al 104,3%, prima di calare al 103,8% nel 2010. Intanto il ministero dell'economia ha reso noto il dato sull'andamento del fabbisogno del settore statale che ha toccato nei primi dieci mesi dell'anno i 52.500 milioni di euro, circa 14.500 milioni oltre il livello toccato nell'analogo periodo dello scorso anno. Il dato, secondo il ministero dell'economia, sconta una concentrazione di spesa connessa a maggiori pagamenti per interessi.

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