venerdì 22 agosto 2008

In viaggio con i bambini

È iniziato il grande esodo per le vacanze estive ma organizzare il viaggio, quando ci sono dei bambini, può richiedere uno sforzo in più. È necessaria, infatti, una maggiore programmazione per evitare, il più possibile, disagi e contrattempi e per far sì che la vacanza scorra serena.


Mezzo di trasporto, quale preferire?

I bambini, anche molto piccoli, possono viaggiare senza controindicazioni particolari su tutti i mezzi di trasporto. Se si sceglie l'auto bisogna ricordare, innanzitutto, di utilizzare sempre i seggiolini e i sistemi di sicurezza previsti dalla legge. Tassativamente vietato fumare nell'abitacolo, è utile programmare frequenti soste intermedie prima di arrivare alla meta. Importante poi, prestare attenzione ai colpi d’aria, in particolare se si viaggia con i finestrini abbassati o con l’aria condizionata accesa, ai colpi di calore e a non creare un’eccessiva escursione termica tra la temperatura interna all’auto e quella esterna.

Viaggiare in treno è particolarmente consigliato per i lunghi percorsi, che sarebbe comunque preferibile compiere di notte: il bambino si addormenterà facilmente, il tempo trascorrerà più rapido e si eviteranno i problemi legati alla noia.

Se avete optato per l'aereo non esistono particolari controindicazioni neppure per i bimbi più piccoli, anche se sarebbe meglio aspettare almeno fino al sesto mese per viaggi lunghi, più che altro per questioni organizzative. Fate bere spesso il bambino dato che l'aria dell'aereo è molto secca e porta il corpo a disidratarsi e, nelle fasi di decollo e di atterraggio, dategli una caramelle da succhiare perché muovendo la mandibola si aiuta il timpano a non chiudersi evitando il fastidioso mal d'orecchio. Uno dei principali problemi che bisogna affrontare con i voli di lunga tratta è poi quello del cosiddetto "jet leg". Sebbene non esista una "cura preventiva" per evitare i disturbi che questo comporta è possibile ricorrere a semplici accorgimenti per diminuirne l'impatto: innanzitutto fate in modo che nei giorni che precedono il viaggio il bambino riposi adeguatamente e vada a dormire a orari regolari. Una volta raggiunta la meta, poi, evitate di metterlo subito a letto: se è giorno meglio fare una doccia e uscire, aiuta ad adattarsi il prima possibile agli orari del paese che vi ospita.

“Mal di movimento”, sempre in agguato?

Nausea, vomito, pallore, sudore freddo. Questi disturbi, definiti tecnicamente cinetosi (mal di movimento), sono molto comuni nei bambini in viaggio. Particolarmente “a rischio” i tragitti in auto, e non solo sulle strade di montagna. Fattori scatenanti infatti sono le variazioni di velocità, cioè le accelerazioni e le decelerazioni, mentre il moto uniforme (come ad esempio quello del treno) raramente è fonte di malessere. Contribuiscono ad accentuare il disturbo il caldo, l'aria viziata e le vibrazioni. Anche i movimenti delle imbarcazioni ne sono causa frequentissima in quanto combinano oscillazioni sui due assi. In aereo la cinetosi può essere scatenata dalle operazioni di decollo e di atterraggio o da vuoti d'aria. Per cercare di ridurre la frequenza degli episodi è importante, innanzitutto, saper scegliere per i bambini i posti “meno oscillanti”:

sugli autoveicoli il posto migliore per i bimbi è quello posteriore centrale;
in aereo i posti più stabili sono quelli sulle ali e verso il corridoio;
sulla nave i posti consigliabili sono nel corpo centrale.
È poi utile seguire alcuni suggerimenti. Prima di partire far fare al bambino un pasto leggero e durante il viaggio, in caso di nausea, fargli sgranocchiare crackers e grissini, evitando invece di farlo bere. Sconsigliata anche la lettura. L'aria fresca (il finestrino semiaperto nell'auto, una passeggiata sul ponte in nave, l'aria delle bocchette di areazione in aereo) attenua decisamente il disturbo. Se poi il bambino solitamente soffre di cinetosi con una sintomatologia importante è possibile chiedere al proprio pediatra un farmaco specifico da somministrare prima della partenza.

Soggiorno al mare, quali accortezze?

Se scegliete il mare come meta delle vostre vacanze ricordate di proteggere la pelle del bambino con creme solari resistenti all’acqua, da applicare più volte nel corso della giornata, e con magliette e cappellini da indossare nelle ore calde. È ovviamente da evitare che i bambini rimangano sotto il sole durante l’ora di pranzo e fino alle 16: sono quelle, infatti, le ore peggiori, quando il sole scotta di più e il rischio di insolazioni è elevato. Anche i neonati possono stare in spiaggia, però per un periodo più limitato, prima delle 10 o dopo le 17. È sconsigliabile, poi, lasciare il bambino senza costume sulla spiaggia per non provocare irritazioni sulla sua pelle, particolarmente sensibile. È invece salutare farlo camminare a piedi scalzi sulla sabbia: un'utile ginnastica per i muscoli del piede e della gamba.

C'è poi la spinosa questione del bagno in mare: sono consentiti anche numerosi bagni al giorno, ribadendo tuttavia l'importanza di aspettare almeno tre ore dopo un pasto completo, prima di dare il permesso al bambino di “tuffarsi”. La digestione sarà così completata e si eviteranno pericolose congestioni. Se il bimbo ha mangiato solo una merendina o un frutto, potrà bagnarsi per qualche minuto prima che cominci il processo digestivo. Ricordate poi che il latte è un alimento a lunga digestione: niente bagno, quindi, dopo la colazione con la scusa che ha bevuto solo un bicchiere di latte!

L'ingresso in acqua, infine, deve essere graduale, soprattutto per i più piccoli, bagnando prima le gambe, poi le braccia, quindi la pancia e il collo: evitando, insomma, un impatto troppo brusco. Inoltre, se il bimbo trema o ha un colorito livido, bisogna farlo uscire subito dall'acqua, asciugarlo, cambiargli il costume e lasciarlo al sole a scaldarsi.

E per chi sceglie la montagna?

Se invece avete optato per la montagna è importante ricordare che ad alta quota i raggi solari sono particolarmente forti e pericolosi per la pelle delicata dei bambini. È bene, perciò, durante le passeggiate, ma anche per le giornate in piscina o all’aria aperta, proteggere la pelle del bambino con creme ad alto fattore di protezione rinnovate di anno in anno per evitare che perdano le loro proprietà protettive. Un cappellino con visiera e un paio di occhiali da sole, poi, terranno lontano il pericolo di insolazioni e congiuntiviti. Attenzione, infine, a non farsi ingannare dalle giornate nuvolose, frequenti in montagna: i raggi solari passano ugualmente ed è facile scottarsi, anche senza rendersene conto.

Importante anche tener presente che in montagna l'escursione termica dal giorno alla sera è molto ampia: può essere utile quindi vestire il bambino a strati in modo da scoprirlo o coprirlo facilmente, secondo necessità. Per quanto riguarda il cosiddetto “mal di montagna” che si manifesta con giramenti di testa, sensazione di stordimento, inappetenza, affanno, nausea, non dovrebbe costituire un problema se si soggiorna al di sotto dei 3000 metri. È sconsigliabile comunque portare i bambini sopra i 2000 metri, soprattutto per il pernottamento.

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