martedì 7 aprile 2009

TROVATA VIVA MARTA, 23 ORE DOPO SISMA

L'AQUILA - I capelli neri sciolti sulle spalle, le lacrime agli occhi, la mano a stringere un pezzo di coperta, nelle orecchie l'applauso dei soccorritori dopo un silenzio lungo un giorno. Marta Valente ce l'ha fatta: 23 ore dopo la scossa che ha sbriciolato la sua casa nel centro storico dell'Aquila, è uscita viva da quell'inferno di pietre, tubi, calcinacci e vetri. L'hanno tirata fuori gli speleologici del soccorso alpino, dopo 5 ore di lavoro su quello che resta della palazzina di quattro piani in via Sant'Andre. "E' stato un salvataggio molto, molto delicato - racconterà Aldo, lo speleologo che le é stato vicino per tutto il tempo che i colleghi hanno impiegato per liberarla - c'erano travi pericolanti molto vicine. E poi dovevamo fare attenzione a non provocare crolli, mentre tentavamo di liberarle le gambe". Marta deve a questi uomini la sua vita, così come a tutti quelli che hanno lavorato incessantemente sulle macerie della palazzina e lo deve alla fortuna. I soccorritori l'hanno trovata stesa sul letto: accanto, a meno di 20 centimetri dal suo corpo, una trave di cemento armato che si è staccata dal soffitto e che è stata la sua salvezza. Ha infatti evitato che sopra la testa e le gambe le finissero le altre due travi che sono cadute perpendicolarmente. La ragazza è rimasta così protetta e bloccata. Per tirarla fuori i soccorritori hanno smontato parte del letto in modo da abbassarlo e far così scivolare fuori le gambe. Studentessa di 24 anni della provincia di Teramo, Marta deva anche ringraziare Matteo, un ragazzo estratto dalle macerie dello stesso edificio alcune ore prima di lei. Appena uscito ha segnalato ai soccorritori che lei era incastrata là sotto e ha indicato il punto dove più o meno si trovava. Mentre l'applauso salutava Marta che tornava alla vita, accanto ai soccorritori un padre e una madre con lo sguardo perso e una coperta sulle spalle guardavano verso le macerie. "Nostra figlia è ancora là sotto - ripetevano ai soccorritori senza più voce - tiratecela fuori, per favore, tiratecela fuori".

ALTRI DUE CADAVERI TROVATI IN CASA STUDENTE
Il cadavere di un giovane e' stato estratto stamani dalle macerie della casa dello studente a L'Aquila ed i soccorritori hanno individuato il cadavere di un altro ragazzo. Il lavoro di recupero procede con cautela anche perche' si temono nuovi crolli della parte della struttura rimasta ancora in piedi.


'SOTTO LE MACERIE, SALVATO DAL CELLULARE'
La sorella lo chiama al cellulare e lui, da sotto le macerie, riesce a risponderle e a dare indicazioni perché i soccorritori possano individuarlo e portarlo in salvo. Forse deve la vita a quella chiamata lo studente universitario di Fermo nelle Marche, 20 anni, travolto con altri compagni dal crollo della Casa dello studente all'Aquila. Erano trascorsi pochi minuti dalla scossa delle 3:32, di magnitudo 5.8, quando da Fermo, a oltre 100 chilometri di distanza dall'epicentro del sisma, la sorella e il padre dello studente, allarmatissimi, tentano di rintracciarlo al cellulare, senza ricevere risposta.

Si rivolgono al 118, i vigili del fuoco, il Commissariato di polizia di Fermo, e a quel punto, racconta il dirigente del Commissariato Giuseppe Taschetti, si riesce ad allestire un ponte telefonico con la zona del crollo. La ragazza e il fratello si parlano: lui, con un filo di voce, fornisce dati utili perché chi scava fra le macerie, al buio, possa raggiungerlo, e alla fine viene tirato fuori, incolume. E' sotto choc ma sta bene, non ha riportato ferite né traumi, ed è già rientrato a casa. Un altro compagno di alloggio invece non ce l'ha fatta. E fra quel che resta della Casa dello studente si scava ancora.

"MI SENTO MIRACOLATO"
"Oggi è la mia nuova data di nascita". E' il primo commento di Maurizio Marino, componente dell'orchestra "Città aperta" dell'Aquila che stanotte si trovava in un bed and breakfast di Fossa (Aquila). "Mi sento un miracolato" - ha aggiunto - "adesso ci troviamo nel campo sportivo dove ci stanno rifocillando". La struttura dove si trovava è crollata. "Per fortuna non è caduto il soffitto - ha detto - e in quel momento ho pregato ed ho pensato ai miei famigliari e a mio figlio. Ho pensato di morire".

STUDENTE IN LACRIME DAVANTI A RUSPE
"Ho dormito fuori e questo mi ha salvato ma adesso spero tanto che tirino fuori i miei compagni vivi". E' la drammatica testimonianza di Valerio, studente universitario di Tagliacozzo (L'Aquila), che assiste con gli occhi bagnati di lacrime al lavoro di una ruspa caterpillar che sposta interi blocchi della palazzina di quattro piani in via Rossi, dove i suoi cinque compagni di appartamento vivevano al secondo piano. Anche qui, come in altri punti della città, si lavora disperatamente lottando contro il tempo per estrarre dalle macerie le persone, si spera ancora in vita. Qui, dove sono crollate due palazzine attigue i soccorritori cercano una decina di persone, otto delle quali studenti universitari, e i due proprietari degli appartamenti in affitto. A quanto pare, degli studenti universitari, cinque ragazzi e tre ragazze, sono per la maggior parte della provincia di Teramo. Si sa di certo che una delle dieci persone è deceduta tra le macerie, e si aspetta di poter tirare fuori il corpo.

VOCE DI DONNA CHIEDE AIUTO, CHI MI SENTE?
Sono frenetici i lavori di scavo in via XX Settembre tra le maceria di una palazzina di tre piani che si è sbriciolata e quasi rasa al suolo: da sotto le macerie si è udito poco fa la richiesta di aiuto di una voce femminile che gridava "chi mi sente?". Secondo la ricostruzione dei soccorritori, che sono coordinati da Giorgio De Matteis, vicepresidente del Consiglio regionale e ex assessore regionale alla protezione Civile, sotto le macerie di questa palazzina ci sarebbero almeno due persone, delle quali forse una bambina. Poco prima da sotto le macerie era stata estratta una signora che è stata trasportata in ospedale.

MANAGER ASL L'AQUILA, NON PENSAVO TALI PROPORZIONI
"Pensavo ad una cosa pesante ma non di queste proporzioni. Sono passato per la città e ci sono davvero molti pezzi di città distrutti. Ci sono tanti feriti e numerosi morti". Lo ha detto il direttore generale della Asl dell'Aquila, Roberto Marzetti, che si trova davanti al pronto soccorso per coordinare le operazioni di emergenza. "La macchina dei soccorsi - ha aggiunto - è partita subito, ci sono medici e paramedici a lavoro, chi di turno e chi no è tornato a lavoro. Abbiamo attivato due sale operatorie e quindi la reazione della città c'é stata". Così come i dirigenti della Asl, Marzetti non era all'Aquila al momento del terremoto ma una volta saputo della scossa si è precipitato in città. Nel fare il punto della situazione, il manager ha sottolineato che sono attive due sale operatorie ma che dovranno essere trasferiti i dializzati la cui struttura si é allagata. Il reparto di neonatologia è già stato trasferito. "I delta di medicina sono da evacuare e poi ci sarà da fare la stima dei danni visto che l'ospedale non ha probabilmente problemi strutturali ma calcinacci, intonaci e suppellettili a terra. Ci vorrà qualche giorno prima che la situazione migliori, ma la cosa importante è che tutti sono a lavoro per aiutare le persone colpite da questa tremenda ferita". Marzetti ha sottolineato che per sostenere la struttura ospedaliera che comunque è in difficoltà dovrebbe essere installato un ospedale da campo proprio nelle vicinanze del San Salvatore.

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