lunedì 8 dicembre 2008

Serie A - Ancelotti alle prese con gli infortuni

Tra infortuni e dubbi tattici, Carlo Ancelotti è alle prese con diversi rebus a sei giorni dalla sfida con la Juventus, che potrebbe essere decisiva per indicare la vera antagonista ai nerazzurri nella corsa allo scudetto.


Innanzitutto, il tecnico rossonero spera che lo staff medico rimetta in sesto un centrocampo che al momento vede il solo Flamini a disposizione. L'infermeria di Milanello è infatti affollata quasi come lo spogliatoio. Ambrosini, Seedorf e Pirlo hanno dovuto saltare la gara con il Catania che, oltre a tre punti importanti, ha lasciato in eredità un Emerson acciaccato e la pesantissima ammonizione che costerà a Gattuso la squalifica per la trasferta di Torino. Senza di lui, il Milan perde una dose fondamentale di sostanza, come dimostra il fatto che alle sue quattro assenze sono coincise le altrettante sconfitte stagionali. Anche per questo sarà importante recuperare almeno Pirlo e Seedorf, reduci rispettivamente da un colpo alla tibia e da problemi muscolari alla coscia destra.

Posto che Nesta, Borriello e Bonera (piccola ernia inguinale, domani decide se operarsi) si rivedranno solo nel 2009, e Ambrosini difficilmente smaltirà lo stiramento al polpaccio sinistro, c'è invece ottimismo per altri due convalescenti: Pippo Inzaghi, domenica in panchina dopo una settimana a letto con la febbre, farà di tutto per essere in campo dall'inizio contro la Juve; e lo stesso discorso vale per Ronaldinho, già visto a Milanello per verificare i progressi dopo il risentimento muscolare all'adduttore destro che si è procurato venerdì.

E' sicuramente una buona notizia per Ancelotti, anche se non è passato inosservato il fatto che, senza l'ex fantasista del Barcellona, con il Catania Kakà sia finalmente riuscito a essere determinante nascondendo le pecche di una squadra poco concreta: un po' come aveva detto lui stesso nel suo sfogo di venerdì scorso.

Nel dopo gara, sia il tecnico sia il numero 22 rossonero hanno assicurato che non c'è alcun problema di convivenza, ma è evidente che Kakà preferisca giocare sulla stessa linea del Gaucho e non dietro, dove è costretto a correre molto di più riducendo il suo impatto offensivo. Ancelotti, insomma, ha il suo daffare cercando la soluzione ai suoi rebus, mentre il giovane Pato sogna. "Adesso speriamo di andare lontani in coppa Uefa e tornare in Champions League - ha dichiarato -. Il mio obiettivo è vincere con questa maglia quanti più trofei possibili in Italia e a livello internazionale

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