giovedì 4 dicembre 2008

A PISA PRONTI CON ROBOT ANCHE PER IL TRAPIANTO DI FEGATO

"Siamo pronti al trapianto di fegato con il robot sin da oggi". Ad affermarlo è il professor Ugo Boggi, capo dell'equipe chirurgica dell'ospedale Cisanello di Pisa che ha prelevato e trapiantato, primo in Italia e secondo in Europa, un rene con tecnica robotica non invasiva. Boggi ha parlato in occasione della conferenza stampa organizzata oggi per il trapianto renale, effettuato con successo lo scorso novembre con il robot Da Vinci, uno strumento tecnologico di derivazione militare, progettato e costruito negli Stati Uniti in grado di operare a distanza in situazioni belliche. Il rene è stato prelevato da una donna di 55 anni per essere trapiantato al figlio venticinquenne, dializzato cronico.

"Questa tecnologia apre straordinari scenari - spiega Boggi - perché si presta a più utilizzi e non è difficile immaginare che si possa in un futuro molto prossimo utilizzare il robot a distanza, per alcuni interventi, con il chirurgo lontano dal paziente anche per chilometri". Secondo Boggi il Da Vinci deve essere pensato come un cellulare col quale una volta si telefonava e basta mentre ora invece è multimediale e multifunzione.

I vantaggi dell'utilizzo del robot nel trapianto di rene, spiega Boggi, sono tre, e cioé la visione tridimensionale in alta definizione, la stabilità assoluta della visione, l'utilizzo di strumenti che si articolano in modo simile al polso. "Inoltre - aggiunge - si consente al chirurgo di operare seduto invece che costringerlo a stare in piedi per più di tre ore". La tecnica di trapianto renale classico la laparoscopia, costringeva inoltre il chirurgo ad assumere posizioni posturali "goffe"e molto stancanti. "Un altro sicuro vantaggio - conclude - è la ridottissima perdita di sangue".

Il robot Da Vinci è stato acquistato dall'Azienda ospedaliero universitaria di Pisa al costo di 1.800.000 euro. I benefici anche di tipo economico, si spiega, sono notevoli in quanto è accertato il minor tempo di degenza di donatore e di trapiantato. Lo strumento laparaoscopico inoltre è monouso mentre gli strumenti montati dal Da Vinci sono utilizzabili 20 volte. Il professor Boggi è stato il primo in Italia, l'anno scorso, ad aver eseguito un trapianto di rene incrociato tra tre coppie non compatibili. Ha 43 anni ed è il più anziano della sua equipe chirurgica: il più giovane ha 32 anni. Boggi racconta di aver rifiutato l'incarico di direttore di un centro trapianti negli Stati Uniti. "Qui a Pisa - dice - ho trovato un ambiente stimolante che mi lascia lavorare e che mi valorizza. Sono un prodotto made in Italy non esportabile".

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