martedì 21 ottobre 2008

CHAMPIONS, UNA BELLA JUVE SCACCIA LA CRISI, CROLLA LA FIORENTINA

Dal terrore al trionfo. In una notte magica, la Juve dei cerotti e del morale sotto terra compie il miracolo: batte il presuntuoso Real Madrid, lo scavalca in classifica, balzando addirittura al comando del girone H di Champions League e soprattutto da' un calcio grande alla crisi. Ancora una volta e' stato Alessandro Del Piero il grande risolutore, con un altro gol da cineteca, ma sarebbe inesatto dire che questa e' stata la sua vittoria: lo e' stata anche per Claudio Ranieri, che non ha sbagliato nulla e, per una volta, si puo' scomodare il luogo comune del ''successo di gruppo''. Infatti applicazione, determinazione, umilta' e lucidita' hanno fatto la differenza contro un avversario piu' forte ma lento, compassato, presuntuoso e prevedibile, un marchio che si porta addosso soprattutto Bernd Schuster.
I bianconeri hanno sbloccato subito e poi controllato un avversario inguardabile per tutto il tempo. Nella ripresa, Amauri ha bissato Del Piero in apertura e allora finalmente Schuster si e' accorto che occorreva cambiare qualcosa: fuori l'impalpabile Higuain e dentro Robben, che e' diventato l'uomo chiave per i suoi. La Juve ha cominciato a soffrire di brutto e in venti minuti ha provato tre brividi, due fiondate di Sneijder dalla media distanza, che Manninger ha respinto, un colpo di testa pericoloso di Van Der Vaart e un palo colto sempre da Snejder a portiere battuto. E' arrivato l'inevitabile gol spagnolo, complice un errato piazzamento di Chiellini su Van Nistelrooy, ma il Real e' durato venti minuti e non ha saputo fare altro che insistere sui cross da una parte e dall'altra, in modo troppo prevedibile. La Juve e' finita sulle ginocchia, dopo avere saggiamente amministrato, con qualche pizzico di affanno, ma i tifosi l'hanno letteralmente osannata per una prova di carattere straordinaria. Il messaggio e' chiaro: ci siamo ancora.
E imprevedibilmente si aprono prospettive impensabili alla vigilia: il temutissimo Zenit e' praticamente tagliato fuori e i bianconeri hanno la possibilita' di passare il girone anche solo battendo in casa il Borisov. Per il campionato sara' un'altra storia, perche' il dispendio di energie e' stato notevole. Una parola a parte merita Del Piero. Il valore del suo gol, ancora una volta, e' stato inestimabile, non solo per la fattura straordinaria (ha calciato da circa 25 metri, con un tempismo straordinario), ma perche' e' stato come una scossa elettrica sul morale della squadra. E Amauri ha replicato da campione, ormai indiscutibile, dopo essersi sacrificato in un lavoro massacrante di sponda. Vittoria che assume contorni ancora piu' significativi se si pensa che in porta non c'era Buffon e in mezzo al campo, solo due giocatori a disposizione, di cui uno, Marchisio, si e' infortunato, ironia di una sorte gia' bislacca, scontrandosi con Sissoko. Ma non basta: il convalescente Legrottaglie ha retto solo un tempo e Ranieri ha dovuto ricorrere a un altro convalescente, Mellberg. La serie di guai fisici bianconeri e' ormai da Guinness dei primati e si presta a troppe ironie e interpretazioni. Senza Camoranesi ne' uno straccio di riserva esperta in panchina, quindi, ci voleva davvero una grande freddezza e forza d'animo per battere il Real, anche se quello attuale e' la pallida fotocopia dei tempi belli. E questa sera si parla solo della notte magica in cui la Juve si e' ritrovata, non c'e' posto per le critiche. Fabio Cannavaro non poteva immaginare serata piu' triste per lui, fischiato per novanta minuti e sconfitto da una Juve con mezza squadra.


MONACO- Due svarioni difensivi di Vargas e la Fiorentina subisce la forza del Bayern e compromette il suo cammino in Champions League. Peccato, perche' a tratti i viola hanno tenuto testa ai campioni di Germania. Ma non si puo' concedere tanto ha chi ha in squadra campioni straordinari. Poi, sul finire arriva anche il gol di Ze' Roberto per il 3-0 definitivo.

Il Bayern centra l'obiettivo e conferma il primato del girone, Toni vince la sfida con Gilardino: l'ex viola entra in entrambi i gol, mentre il centravanti di Prandelli e' spesso latitante. Per la Fiorentina si mette subito male. Un gol a freddo, dopo appena 4' di gioco, in cui entra da protagonista Luca Toni, con un colpo di testa che si trasforma in assist per Klose, e la partita della Fiorentina diventa come una cima alpina da scalare con un rapporto troppo duro. Fatica in campo, per i viola, e sugli spalti cattivo gusto per i cinquemila sostenitori della squadra di Prandelli che per l' ex idolo Toni riservano fischi e offese fin dal primo minuto. Ma fischi e offese non pesano sulle spalle del gigante campione del mondo. Lui si vendica entrando anche nella costruzione del secondo gol bavarese, che arriva al 25' del primo tempo: Toni appoggia su Ribery che serve Schweinsteiger, Vargas intercetta il pallone, ma finisce per metterlo sui piedi del biondo centrocampista che entra in area e batte Frey. La Fiorentina si ritrova sotto di due gol e per i viola si apre un capitolo doloroso. Il titolo e' ''Il ruolo di Vargas''. Il terzino peruviano, pagato 12 milioni di euro, e' un disastro, non riesce mai a frenare l' avversario che affonda dalla sua parte, sbaglia appoggi e disimpegni, lasciando sempre in difficolta' i compagni di reparto. Prandelli e' chiamato a risolvere questo enigma: puo' fare il terzino o meglio provarlo come esterno di centrocampo? Il peruviano e' una frana e i suoi errori regalano ai tedeschi il doppio vantaggio. Sarebbe interessante poter capire che partita avrebbe potuto giocare la Fiorentina con un altro giocatore al posto di Vargas. Perche'nella notte in cui la Fiorentina doveva dimostrare quanto vale, il giocattolo dei Della Valle scricchiola, ma non si rompe, a tratti riesce a far vedere buone cose e un po' di sfortuna pesa come un macigno, basti pensare ad una traversa colpita da Gilardino e a una botta di Melo, che solo davanti al portiere gli ha calciato addosso. Appena ripresasi dal gol a freddo e sventato il pericolo del possibile 2-0 su una incursione di Ze' Roberto (6') i viola rialzano la testa e prima una conclusione di Montolivo va fuori di poco (9'), poi una percussione di Felipe Melo viene neutralizzata in corner dal portiere bavarese (15'). Sono segnali incoraggianti, come i sei angoli calciati durante i primi 20' di gara e un diagonale di Mutu che finisce fuori (21'). Ma la verita' e' che il Bayern dimostra di poter attaccare con estrema facilita'. E puntuale arriva la conferma con il gol di Schweinsteiger al 25'. La superiorita' dei tedeschi c'e', come aveva detto alla vigilia Prandelli, ma i viola non sono proprio da buttare, al di la' del risultato. Scricchiolano, si', come una nave attaccata dalla tempesta. Ma non affondano. Anzi, sul finale di tempo per due volte spaventano l'armata bavarese. Gila ci prova: prima con una girata su assist di Melo, poi con un colpo di testa che colpisce la parte superiore della traversa. Detta cosi' sembrerebbe quasi che a meritare sarebbe piu' la Fiorentina del Bayern, ma i tedeschi tutte le volte che hanno la palla tra i piedi dimostrano di poter fare cio' che vogliono. Come in una ripartenza allo scadere, quando solo l' arbitro li ferma per un sospetto fuorigioco in area viola.


Nel secondo tempo la Fiorentina prova ancora, ma dopo un buon avvio, esce la forza dei tedeschi che si accontentano di gestire il vantaggio e quando possono accelerano e provano il colpo come con Demichelis al 24', con Frey che compie un miracolo. Arrivano i cambi tra cui Toni (ancora beccato dagli ex tifosi) per Podolski e lo sciagurato Vargas per Gobbi. La Fiorentina soffre, ma Mutu riesce ad illuderla (33') con un colpo di testa che sfiora il palo. Ma poi arriva anche il 3-0 di Ze' Roberto. L' esame davanti ai campioni di Germania non e' superato, ma se non ci fosse stato Vargas... E ora e' veramente dura pensare di andare avanti in Champions. Il Bayern vola (7 punti), il Lione (ha superato lo Steaua) anche (5) e la Fiorentina si ritrova con soli 2 punti al terzo posto.

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