Siracusa, 8 ottobre 2012 – La CGIL in questi anni ha denunciato i danni incalcolabili che il Ministro Gelmini, in tandem con Tremonti, stava procurando alla scuola italiana. La “riforma”, con i suoi 8 miliardi di tagli in tre anni, ha consegnato alle famiglie italiane una scuola più piccola, con:
meno docenti;
meno ore e insegnamenti (al sud il tempo pieno è un miraggio per tante famiglie), e molti percorsi di studio impoveriti anche nei loro aspetti più qualificanti, come i laboratori;
meno collaboratori scolastici (in molte scuola divise in più plessi, spesso non si dispone neanche di un collaboratore per sede);
meno ore e insegnamenti (al sud il tempo pieno è un miraggio per tante famiglie), e molti percorsi di studio impoveriti anche nei loro aspetti più qualificanti, come i laboratori;
meno collaboratori scolastici (in molte scuola divise in più plessi, spesso non si dispone neanche di un collaboratore per sede);
meno assistenti amministrativi, con conseguenti ritardi nelle pratiche e difficoltà a garantire sportelli adeguatamente aperti al pubblico;
meno assistenti tecnici, con laboratori chiusi e non utilizzabili;
classi più affollate, dove la sicurezza non è garantita e la qualità dell’insegnamento è compromessa;
meno assistenti tecnici, con laboratori chiusi e non utilizzabili;
classi più affollate, dove la sicurezza non è garantita e la qualità dell’insegnamento è compromessa;
La CGIL si è battuta contro questo scempio, ha coinvolto nella sua battaglia tanti giovani e tante famiglie, è riuscita a contrastare e a far cambiare alcuni provvedimenti. Ma questo è il dato crudele e incontrovertibile da cui partire: la scuola pubblica ha bisogno di un’inversione di tendenza, di più investimenti, di organici che tengano conto delle reali esigenze delle scuole e non di astratti criteri finanziari.
Per questo non possiamo tollerare che i problemi così creati vengano scaricati sui lavoratori, alimentando assurde guerre tra gli ATA che in questi anni avevano garantito, con contratti a tempo determinato, e la speranza sia pure remota di una stabilizzazione, i servizi, e i cosiddetti CO.CO.CO, che nelle scuole lavorano anch’essi da anni, hanno acquisito professionalità, e hanno aspirato del tutto legittimamente a un lavoro a tempo indeterminato, a una prospettiva di vita non legata agli stanziamenti annuali.
Le cifre parlano: nella nostra Provincia abbiamo un significativo numero di CO.CO.CO., circa 150, che non rappresenterebbero una minaccia per nessuno se non fossero venuti meno, per effetto dei tagli, e per ultimo di improvvisate operazioni di dimensionamento e accorpamento delle istituzioni scolastiche, più di 700 posti di personale statale.
Mettere questi lavoratori gli uni contro gli altri sarà operazione che fa conquistare qualche facile quanto effimero consenso, ma non individua il vero obiettivo, che è quello di recuperare risorse per la scuola che le permettano di lavorare meglio e diano nel contempo risposte a tutti i lavoratori interessati.
La CGIL aspira a rappresentare tutto il mondo del lavoro e ad unificarlo, contro chi mira invece alla divisione, alla frantumazione, all’isolamento, alla guerra di tutti contro tutti, che ci rende solo più deboli, esposti al ricatto e alle promesse del demagogo di turno.
La CGIL aspira a rappresentare tutto il mondo del lavoro e ad unificarlo, contro chi mira invece alla divisione, alla frantumazione, all’isolamento, alla guerra di tutti contro tutti, che ci rende solo più deboli, esposti al ricatto e alle promesse del demagogo di turno.
Intendiamo quindi promuovere una mobilitazione, a partire dallo sciopero della scuola del 12 Ottobre, che ponga al centro i veri problemi dell’istruzione e i diritti di quanti ci lavorano e vogliono garantire un servizio di qualità.
CGIL Siracusa
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