venerdì 8 ottobre 2010

Caso Scazzi: La famiglia già sapeva?

Avetrana - L'ex portavoce della famiglia Scazzi, Valentino Castriota, appare certo : "Le indagini sono al 90 %, manca un 10%. All'interno della famiglia qualcuno conosce qualche dettaglio in più".

Gli inquirenti per il momento tacciono, non si sa se per riserbo o per cautela, ma oggi a mezzogiorno hanno nuovamente scortato l'assassino in procura per sottoporlo ad un nuovo interrogatorio, e la percezione comune è che vadano ancora delineate eventuali connivenze e complicità.

Il fratello di Sarah ribadisce nuovamente con forza che il giorno precedente all'omicidio Sarah la sorella e la cugina avevano litigato proprio per le avances che Michele Messeri avrebbe rivolto alla ragazzina. Solo ora, a cadavere ritrovato, Claudio, il fratello, ammette di essere stato a conoscienza delle molestie subite da Sarah.

Sabrina nega con forza, come la zia, e lo stesso assassino solleva la famiglia da eventuali complicità, ammettendo che la figlia si affacciò alla porta del garage quel pomeriggio, senza però vedere il cadavere dell'amica.

L'assassino ha sicuramente agito in solitudine nell'azione omicida, ma dopo? E' stato protetto? E' stato aiutato?

Il padre di Sarah descrive il cognato come un uomo irreprensibile e corretto,ma l'intercettazione ambientale che ha ripreso lo sfogo di Sabrina con la madre ("secondo me l'ha presa lui"), lascia intravedere cosa potesse esserci nascosto dietro quella dimensione domestica e famigliare apparentemente irreprensibile e corretta

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