sabato 27 novembre 2010
Call of duty: World at war perde utenti a causa del nuovo CoD Black ops
venerdì 19 novembre 2010
Marte: Come è morto?
Marte come è morto?
Premessa: adattato in parte da wikipedia
Un tempo Marte era come la Terra, aveva un atmosfera normale e l’acqua era presente sulla sua superficie. Poi si è trasformato nell’inferno che conosciamo.
L’aspetto di Marte
Marte viene chiamato il Pianeta rosso, a causa del suo colore caratteristico dovuto alle grandi quantità di ossido di ferro che lo ricoprono.
La storia geologica di Marte è stata divisa in tre ere. A tale scopo si è ricorso all'analisi della densità dei crateri d'impatto presenti sulla sua superficie, allo studio dei meteoriti marziani rinvenuti sulla Terra e dei flussi lavici superficiali:
- Epoca Noachiana (così nominata dalla Noachis Terra): si colloca tra 3,8 miliardi e 3,5 miliardi di anni fa. Vede la formazione della superficie più antica di Marte ed è riconoscibile per le numerose cicatrici lasciate dai crateri. La regione Tharsis si è formata in questo periodo, anche grazie a grandi correnti di acqua allo stato liquido presenti in questo periodo.
- Epoca Hesperiana (da Hesperia Planum): da 3,5 miliardi a 1,8 miliardi di anni fa. Nelle sue fasi iniziali si formarono Hellas e Argyre Planitia. Degna di nota inoltre per la formazione di ampie pianure laviche.
- Epoca Amazzoniana (da Amazonis Planitia): da 1,8 miliardi di anni fa al presente. Tra gli aspetti salienti la formazione in questo periodo dell'Olympus Mons e di altre grandi strutture vulcaniche. Si distingue inoltre una tarda epoca Amazzoniana iniziata tra i 600 e i 300 milioni di anni fa.
La superficie di Marte presenta formazioni vulcaniche, valli, calotte polari e deserti sabbiosi, oltre a formazioni geologiche che suggeriscono la presenza, in un lontano passato, di un'idrosfera. Tuttavia la superficie del pianeta appare fortemente craterizzata, a causa della quasi totale assenza di agenti erosivi (attività geologica, atmosferica e idrosferica in primis) in grado di modellare le strutture tettoniche; inoltre, la bassissima densità dell'atmosfera non è in grado di consumare buona parte dei meteoriti, che quindi raggiungono il suolo con maggior frequenza che non sulla Terra.
Il colpevole
Le presenza dell’acqua e di un atmosfera normale su un pianeta dipendono anche dal suo Campo Magnetico, altrimenti queste, se sono presenti, si disperdono nello spazio.
Ecco una lista dei pianeti che hanno il CAMPO MAGNETICO:
Mercurio SI
Venere NO
Terra SI
Marte NO
Giove SI
Saturno SI
Urano SI
Nettuno SI
Ciò che sulla terra crea il campo magnetico così forte sono i moti convettivi del materiale che compone il mantello e la rispettiva rotazione differenziale del nucleo metallico
questi movimenti determinano un effetto dinamo con, semplificando, una parte che si comporta da statore e una da rotore.
Quindi si suppone che gli strati interni di quei pianeti che non hanno il campo magnetico siano solidi oppure non vi sia un sufficiente movimento delle parti fluide per generare un campo significativo (infatti hanno un campo magnetico ma molto debole).
I materiali del nostro sistema hanno le stessa abbondanza. Il punto importante è che, rispetto a Marte, la Terra è più massiccia e grossa.
Un pianeta si raffredda dalla superficie, che dipende dal quadrato del raggio, mentre il calore è immagazzinato nella massa, e quindi nel volume, che dipende dal cubo del raggio.
Di conseguenza, un pianeta grande si raffredda lentamente di uno piccolo perché ha in proporzione più volume rispetto alla superficie (all'aumentare del raggio, la superficie cresce più lentamente del volume). La grande differenza tra la Terra e Marte è questa.
Marte è ben più piccolo, e si è raffreddato più rapidamente. L'interno potrebbe essere metallico ma solido, oppure potrebbe anche non essere metallico se si è raffreddato prima che la separazione gravitazionale avesse luogo.
Venere ha dimensioni paragonabili a quelle della Terra, ma ha una rotazione lentissima.
Per quanto riguarda i pianeti gassosi, le cose stanno molto diversamente.
I campi magnetici sono anomali.
Da delle simulazioni del campo magnetico dei giganti gassosi partendo dall'idrogeno metallico emerge che è questo a dar luogo ai campi.
La questione di Mercurio è più delicata per via della vicinanza del Sole che lo riscalda decisamente (pensa che la grande vicinanza al Sole fa sì che gli effetti della relatività generale si facciano vedere nella sua orbita).
Il nucleo di Marte è composto principalmente da ferro con il 14-17% di solfuro di ferro e si estende per un raggio di circa 1480 km. Molto probabilmente il nucleo non è liquido, ma allo stato viscoso; di conseguenza Marte non presenta un campo magnetico apprezzabile (massimo 5 nT, nanoTesla) né attività geologica di rilievo. Questo comporta la mancanza di protezione del suolo del pianeta dall'attività di particelle cosmiche ad alta energia; tuttavia la maggiore distanza dal Sole rende meno violente le conseguenze della sua attività. Anche se Marte non dispone di un campo magnetico intrinseco, è possibile provare che parti della sua crosta siano state magnetiche e che si sia avuta una polarità alternata attorno ai suoi due poli. Una teoria, pubblicata nel 1999 e rivista nel 2005 assieme alle ricerche del Mars Global Surveyor, deduce dal paleomagnetismo marziano che fino a circa 4 miliardi di anni fa esistevano movimenti tettonici su Marte e la loro scomparsa è la causa di una magnetosfera quasi inesistente.
Effetti sull’Atmosfera e sull’acqua
Su Marte manca l’aria, letteralmente.
Il pianeta è molto ostile: la densità atmosferica è cento volte minore di quella terrestre al livello del mare. L’atmosfera, costituita per oltre il 95% da anidride carbonica, è rarefatta, la pressione è molto bassa, la superficie marziana è battuta dalla radiazione ultravioletta del Sole.
E nonostante l’esiguità dell’atmosfera, Marte è sconvolto da periodiche tempeste di sabbia molto violente: le tempeste di sabbia che possono estendersi su una piccola zona così come sull'intero pianeta. Solitamente si verificano quando Marte si trova prossimo al Sole ed è stato dimostrato che aumentano la temperatura atmosferica del pianeta.
Tra l’altro, su Marte le escursioni termiche tra notte e giorno sono fortissime.
Ma come mai l’atmosfera è così rarefatta? Dipende dal campo magnetico di Marte.
La magnetosfera di Marte è assente a livello globale e, in seguito alle rilevazioni del magnetometro MAG/ER del Mars Global Surveyor, considerando che è stata constatata l'assenza di magnetismo sopra i crateri Argyre e Hellas Planitia, si presume sia scomparsa da circa 4 miliardi di anni e quindi i venti solari colpiscono direttamente la sua ionosfera. Questo mantiene l'atmosfera del pianeta piuttosto sottile per via della continua asportazione di atomi dalla parte più esterna della stessa. A riprova di questo fatto sia il Mars Global Surveyor che il Mars Express hanno individuato queste particelle atmosferiche ionizzate allontanarsi dietro il pianeta.
La pressione atmosferica media è di 700 Pa ma varia da un minimo di 30 Pa sull'Olympus Mons a oltre 1155 Pa nella depressione di Hellas Planitia. Per un paragone Marte ha una pressione atmosferica pari a 1% rispetto alla Terra.
Ma 4 miliardi di anni fa l'atmosfera di Marte doveva essere più densa di quanto non lo sia oggi. In caso contrario, proprio a causa della bassa pressione, l’acqua liquida sarebbe rapidamente evaporata e il ghiaccio sublimato.
Insomma: deve esserci stata un’atmosfera in grado di mantenere l’acqua sulla superficie del pianeta.
Attualmente la presenza di acqua allo stato liquido è impossibile su Marte proprio a causa della sua pressione atmosferica eccessivamente bassa (salvo in zone di elevata depressione e per brevi periodi di tempo). Il ghiaccio d'acqua però è abbondante: i poli marziani infatti ne sono ricoperti e lo strato di permafrost si estende fino a latitudini di circa 60°. La NASA nel marzo del 2007 annunciò che se si ipotizzasse lo scioglimento totale delle calotte polari, l'intero pianeta verrebbe sommerso da uno strato d'acqua profondo 11 metri.
Nota: è possibile vedere vere foto della superficie di Marte, con un buon dettaglio e molto suggestive, in questa galleria esemplificativa:
http://www.boston.com/bigpicture/2009/11/martian_landscapes.html
Marte: Come è morto?
Marte come è morto?
Premessa: adattato in parte da wikipedia
Un tempo Marte era come la Terra, aveva un atmosfera normale e l’acqua era presente sulla sua superficie. Poi si è trasformato nell’inferno che conosciamo.
L’aspetto di Marte
Marte viene chiamato il Pianeta rosso, a causa del suo colore caratteristico dovuto alle grandi quantità di ossido di ferro che lo ricoprono.
La storia geologica di Marte è stata divisa in tre ere. A tale scopo si è ricorso all'analisi della densità dei crateri d'impatto presenti sulla sua superficie, allo studio dei meteoriti marziani rinvenuti sulla Terra e dei flussi lavici superficiali:
- Epoca Noachiana (così nominata dalla Noachis Terra): si colloca tra 3,8 miliardi e 3,5 miliardi di anni fa. Vede la formazione della superficie più antica di Marte ed è riconoscibile per le numerose cicatrici lasciate dai crateri. La regione Tharsis si è formata in questo periodo, anche grazie a grandi correnti di acqua allo stato liquido presenti in questo periodo.
- Epoca Hesperiana (da Hesperia Planum): da 3,5 miliardi a 1,8 miliardi di anni fa. Nelle sue fasi iniziali si formarono Hellas e Argyre Planitia. Degna di nota inoltre per la formazione di ampie pianure laviche.
- Epoca Amazzoniana (da Amazonis Planitia): da 1,8 miliardi di anni fa al presente. Tra gli aspetti salienti la formazione in questo periodo dell'Olympus Mons e di altre grandi strutture vulcaniche. Si distingue inoltre una tarda epoca Amazzoniana iniziata tra i 600 e i 300 milioni di anni fa.
La superficie di Marte presenta formazioni vulcaniche, valli, calotte polari e deserti sabbiosi, oltre a formazioni geologiche che suggeriscono la presenza, in un lontano passato, di un'idrosfera. Tuttavia la superficie del pianeta appare fortemente craterizzata, a causa della quasi totale assenza di agenti erosivi (attività geologica, atmosferica e idrosferica in primis) in grado di modellare le strutture tettoniche; inoltre, la bassissima densità dell'atmosfera non è in grado di consumare buona parte dei meteoriti, che quindi raggiungono il suolo con maggior frequenza che non sulla Terra.
Il colpevole
Le presenza dell’acqua e di un atmosfera normale su un pianeta dipendono anche dal suo Campo Magnetico, altrimenti queste, se sono presenti, si disperdono nello spazio.
Ecco una lista dei pianeti che hanno il CAMPO MAGNETICO:
Mercurio SI
Venere NO
Terra SI
Marte NO
Giove SI
Saturno SI
Urano SI
Nettuno SI
Ciò che sulla terra crea il campo magnetico così forte sono i moti convettivi del materiale che compone il mantello e la rispettiva rotazione differenziale del nucleo metallico
questi movimenti determinano un effetto dinamo con, semplificando, una parte che si comporta da statore e una da rotore.
Quindi si suppone che gli strati interni di quei pianeti che non hanno il campo magnetico siano solidi oppure non vi sia un sufficiente movimento delle parti fluide per generare un campo significativo (infatti hanno un campo magnetico ma molto debole).
I materiali del nostro sistema hanno le stessa abbondanza. Il punto importante è che, rispetto a Marte, la Terra è più massiccia e grossa.
Un pianeta si raffredda dalla superficie, che dipende dal quadrato del raggio, mentre il calore è immagazzinato nella massa, e quindi nel volume, che dipende dal cubo del raggio.
Di conseguenza, un pianeta grande si raffredda lentamente di uno piccolo perché ha in proporzione più volume rispetto alla superficie (all'aumentare del raggio, la superficie cresce più lentamente del volume). La grande differenza tra la Terra e Marte è questa.
Marte è ben più piccolo, e si è raffreddato più rapidamente. L'interno potrebbe essere metallico ma solido, oppure potrebbe anche non essere metallico se si è raffreddato prima che la separazione gravitazionale avesse luogo.
Venere ha dimensioni paragonabili a quelle della Terra, ma ha una rotazione lentissima.
Per quanto riguarda i pianeti gassosi, le cose stanno molto diversamente.
I campi magnetici sono anomali.
Da delle simulazioni del campo magnetico dei giganti gassosi partendo dall'idrogeno metallico emerge che è questo a dar luogo ai campi.
La questione di Mercurio è più delicata per via della vicinanza del Sole che lo riscalda decisamente (pensa che la grande vicinanza al Sole fa sì che gli effetti della relatività generale si facciano vedere nella sua orbita).
Il nucleo di Marte è composto principalmente da ferro con il 14-17% di solfuro di ferro e si estende per un raggio di circa 1480 km. Molto probabilmente il nucleo non è liquido, ma allo stato viscoso; di conseguenza Marte non presenta un campo magnetico apprezzabile (massimo 5 nT, nanoTesla) né attività geologica di rilievo. Questo comporta la mancanza di protezione del suolo del pianeta dall'attività di particelle cosmiche ad alta energia; tuttavia la maggiore distanza dal Sole rende meno violente le conseguenze della sua attività. Anche se Marte non dispone di un campo magnetico intrinseco, è possibile provare che parti della sua crosta siano state magnetiche e che si sia avuta una polarità alternata attorno ai suoi due poli. Una teoria, pubblicata nel 1999 e rivista nel 2005 assieme alle ricerche del Mars Global Surveyor, deduce dal paleomagnetismo marziano che fino a circa 4 miliardi di anni fa esistevano movimenti tettonici su Marte e la loro scomparsa è la causa di una magnetosfera quasi inesistente.
Effetti sull’Atmosfera e sull’acqua
Su Marte manca l’aria, letteralmente.
Il pianeta è molto ostile: la densità atmosferica è cento volte minore di quella terrestre al livello del mare. L’atmosfera, costituita per oltre il 95% da anidride carbonica, è rarefatta, la pressione è molto bassa, la superficie marziana è battuta dalla radiazione ultravioletta del Sole.
E nonostante l’esiguità dell’atmosfera, Marte è sconvolto da periodiche tempeste di sabbia molto violente: le tempeste di sabbia che possono estendersi su una piccola zona così come sull'intero pianeta. Solitamente si verificano quando Marte si trova prossimo al Sole ed è stato dimostrato che aumentano la temperatura atmosferica del pianeta.
Tra l’altro, su Marte le escursioni termiche tra notte e giorno sono fortissime.
Ma come mai l’atmosfera è così rarefatta? Dipende dal campo magnetico di Marte.
La magnetosfera di Marte è assente a livello globale e, in seguito alle rilevazioni del magnetometro MAG/ER del Mars Global Surveyor, considerando che è stata constatata l'assenza di magnetismo sopra i crateri Argyre e Hellas Planitia, si presume sia scomparsa da circa 4 miliardi di anni e quindi i venti solari colpiscono direttamente la sua ionosfera. Questo mantiene l'atmosfera del pianeta piuttosto sottile per via della continua asportazione di atomi dalla parte più esterna della stessa. A riprova di questo fatto sia il Mars Global Surveyor che il Mars Express hanno individuato queste particelle atmosferiche ionizzate allontanarsi dietro il pianeta.
La pressione atmosferica media è di 700 Pa ma varia da un minimo di 30 Pa sull'Olympus Mons a oltre 1155 Pa nella depressione di Hellas Planitia. Per un paragone Marte ha una pressione atmosferica pari a 1% rispetto alla Terra.
Ma 4 miliardi di anni fa l'atmosfera di Marte doveva essere più densa di quanto non lo sia oggi. In caso contrario, proprio a causa della bassa pressione, l’acqua liquida sarebbe rapidamente evaporata e il ghiaccio sublimato.
Insomma: deve esserci stata un’atmosfera in grado di mantenere l’acqua sulla superficie del pianeta.
Attualmente la presenza di acqua allo stato liquido è impossibile su Marte proprio a causa della sua pressione atmosferica eccessivamente bassa (salvo in zone di elevata depressione e per brevi periodi di tempo). Il ghiaccio d'acqua però è abbondante: i poli marziani infatti ne sono ricoperti e lo strato di permafrost si estende fino a latitudini di circa 60°. La NASA nel marzo del 2007 annunciò che se si ipotizzasse lo scioglimento totale delle calotte polari, l'intero pianeta verrebbe sommerso da uno strato d'acqua profondo 11 metri.
Nota: è possibile vedere vere foto della superficie di Marte, con un buon dettaglio e molto suggestive, in questa galleria esemplificativa:
http://www.boston.com/bigpicture/2009/11/martian_landscapes.html
lunedì 15 novembre 2010
E' Morto a 82 anni Roberto Pregadio
Roberto Pregadio (6/12/1926) - (15/11/2010)
È morto oggi 15 novembre, dopo una breve malattia, Roberto Pregadio. A dare la triste notizia è stata la famiglia del Maestro. Pregadio era nato a Catania il 6 dicembre del 1928 e si era poi trasferito a Napoli per diplomarsi al Conservatorio in pianoforte.
Apprezzatissimo musicista, entrò a fare parte dell'Orchestra di Musica Leggera della RAI nel 1960 e l'anno successivo accompagnò Claudio Villa in un concerto che si tenne alla Carnegie Hall di New York. Il vero punto di svolta nella carriera di Pregadio sarà, tuttavia, l'incontro con Corrado che avverrà alla fine degli anni '60. Pregadio fu sempre a fianco del conduttore nella lunga storia de 'La Corrida', a partire dagli inizi radiofonici nel 1968 allo spostamento sul piccolo schermo, fino alla morte di Corrado nel 1999.
Pregadio, accanto al conduttore, diventerà amatissimo dal pubblico, grazie alla sua ironia e alle sue gag sul palco insieme agli 'strambi' concorrenti. Restano noti i momenti di ilarità condivisi sul palco con Corrado, sempre spontanei e molto divertenti, soprattutto per il pubblico a casa. Parallelamente all'impegno de 'La Corrida', il Maestro partecipò ad altriprogrammi radiofonici - tra cui 'Tutta la città ne parla', 'Le piace la radio?' e 'Il microfono è vostro' - e negli anni '80 fondò un sestetto di swing. Nel 2002, quando Gerry Scotti diventò il nuovo conduttore de 'La Corrida', Pregadio decise di tornare nelle vesti di sempre, quelle di direttore d'orchestra e spalla 'comica' del conduttore.
Nel 2009, tuttavia, con grande stupore dei telespettatori, il Maestro decise di non partecipare più al programma: sembra che la scelta, presa con molta sofferenza dopo 41 anni di presenza nello show, sia stata la conseguenza di alcune divergenze con Marina Donati, vedova di Corrado, che voleva includere nella direzione d'orchestra anche Vince Tempera. Pregadio commentò in questo modo la sua decisione: "Sono sereno. Ho rifiutato io di partecipare a questa edizione de 'La Corrida' perché volevano farmela fare in coppia: due galli in un pollaio. Sto benissimo, non ho problemi di salute. Qualcuno ha detto che ero stanco e io ho fatto un comunicato stampa dicendo che sto bene. Nessuno mi ha cacciato, sono io che me ne sono andato". Nonostante l'insistenza da parte di Scotti, Pregadio preferì quindi partecipare a 'I Raccomandati' di Pupo, in onda su RaiUno. Scotti lo salutò ugualmente nel corso della prima puntata del programma, sottolineando l'importanza del Maestro nella storia e per il successo de 'La Corrida'.
sabato 13 novembre 2010
Smarrita LIZ IMPORTANTE!

Liz è una meticcia volpina bianca con chiazze beige. E' dolcissima ma molto impaurita. E' scappata il 28/10 a Bologna, via Bellaria-via Lombardia. Potrebbe essere ovunque Microchip 38026000351074
venerdì 12 novembre 2010
Condannata a morte per blasfemia su Maometto.
Verrà impiccata con l’accusa di aver offeso il profeta Maometto. Accade in Pakistan, dove Asia Bibi , una cristiana di 37 anni, domenica scorsa è stata condannata alla pena capitale dopo la sentenza del tribunale di Sheikupura, nella regione di Lahore. I legali di Asia, madre di cinque figli, hanno presentato ricorso contro la sentenza di condanna ma il destino della donna sembra segnato. La donna sarà impiccata in una piazza pubblica davanti a centinaia di "spettatori".
lunedì 8 novembre 2010
Ritrovaci su Facebook, sta volta sottoforma di amico!
Yahoo! Answers potrebbe improvvisamente perdere utenti.
Sapete che : L'oltre l'11% di domande su Yahoo! answers è in votazione?
Questo vuol dire che probabilmente meno della metà del 63% mette la miglior risposta alle domande, perchè tra quelle risolte ci sono anche quelle risolte grazie a una votazione portata a termine.
Libri: Meno del 38% di Italiani sono Lettori.

Dove si bruciano i libri, diceva il poeta e filosofo tedesco Heinrich Heine, si finirà per bruciare anche gli uomini. In Italia il rischio è davvero remoto, sia di incendiare libri che dar fuoco agli uomini, semplicemente perché i libri vengono letti molto poco. Tutt’al più vengono acquistati come soprammobile cartaceo per dare un tono al salotto. Un vecchio ed abusato adagio sostiene poi che, se la metà degli italiani legge, l’altra metà scrive: secondo i più recenti dati dell’AIE (Associazione Italiana Editori) è pure peggio: i lettori italiani sono circa 19 milioni, ovvero appena il 38% dei nostri connazionali, ma a “ruminare” seriamente libri nell’arco di un’annata è uno sparuto gruppo di un italiano e mezzo ogni cento abitanti della penisola.
E, se i lettori forti e fortissimi rappresentano una percentuale minima della popolazione italiana che legge, essi generano tuttavia una quota importante del volume d’affari delle librerie: si stima che il 9% degli acquirenti determini infatti ben il 57% delle vendite. Fatturato comunque tra i meno appetibili d’Europa: tra i Paesi UE l’Italia è al terz’ultimo posto per quantità di libri comprati ed ogni italiano spende 65 euro all’anno in libreria contro i 208 della Norvegia, il Paese in cui gli scaffali di casa sono più pesanti.
ANALFABETI DI RITORNO
E gli altri, ovvero più del 60% degli italiani? Candidamente, dichiarano di non leggere nessun libro l’anno. Non va meglio per quotidiani e riviste: il dato riguardante chi afferma di leggere almeno una volta a settimana un quotidiano a pagamento passa nel biennio 2007-09 dal 67% al 54,8%, invertendo una tendenza leggermente positiva che si era registrata nei periodi immediatamente precedenti. Se poi si guardano gli utenti abituali, ovvero coloro che il giornale lo prendono in mano almeno tre giorni su sette, la caduta è ancor più verticale: dal 51,1% del 2007 al 34,5% del 2009. Una flessione compensata solo in parte dalla free press - la stampa gratuita - che segna un buon margine di crescita passando dal 34,7% dell’utenza al 39,4%, anche se l’incremento registrato tra i lettori più istruiti fa pensare che ci sia stata una migrazione dai giornali a pagamento a quelli gratuiti. Per quanto riguarda i periodici lo scenario non migliora: nel 2009 li legge il 26,1% degli italiani (-14,2% sul 2007) e quella dei mensili il 18,6% (-8,1%).
ASINOCRAZIA
Oltre la metà degli italiani, dunque, è pressoché analfabeta o analfabeta di ritorno generando – come dice il politologo Giovanni Sartori – una asinocrazia che per la politica costituisce una massa travolgente e facile da travolgere. Ma una nota positiva proprio non riusciamo a scorgerla? Dalle statistiche presentate lo scorso maggio a Milano un barlume di luce è possibile intravvederlo nel fatto che, tra i giovani compresi tra i 18 e 20 anni, coloro che dichiarano di leggere almeno un libro al mese sono l’8,2%: più della media nazionale globale. E fra i laureati fra i 45 e i 64 anni le frequentazioni regolari con i libri riguardano il 23,1% degli individui.
NON LEGGO. ALLORA SCRIVO
Scherzando (ma non troppo) si dice poi che in Italia ci siano più scrittori che lettori. È un fatto che case editrici e redazioni siano invase da cascate di fogli (oggi, grazie alle mail, spesso virtuali per fortuna degli alberi) inviate da sedicenti Manzoni o redivivi Alighieri. E se uno su mille ce la fa (in realtà molto, molto meno), di questo fenomeno approfitta una certa industria libraria senza scrupoli, fatta di editori-squalo che pur non avendo alcuna capacità di distribuzione e vendita, speculando sulle ambizioni degli scrittori kamikaze hanno scoperto un nuovo modo di guadagnare, facendosi pagare le spese di pubblicazione da chi scrive e relegando la diffusione del libro a ruolo assolutamente marginale dell’operazione.
LE REGOLE PER SCRIVERE
Cosa devono tenere bene a mente le migliaia di autori in autopromozione? Ne abbiamo parlato con un professionista che si occupa proprio di selezionare volumi per un’importante casa editrice, per ragioni professionali rimasto anonimo. Il primo consiglio può sembrare ovvio, ma non lo è affatto, secondo il nostro interlocutore. «Innanzi tutto prima di scrivere è bene aver letto molto – sostiene sorridendo –: non sapete quanti errori marchiani contengano manoscritti proposti da sedicenti scrittori. Poi, il desiderio di pubblicare non deve essere avventato: si rischia di “bruciare” una prima buona opportunità se l’editore che decide di pubblicarlo non è adatto». Ma verso chi indirizzare le nostre ambizioni di collaborazione? «Quello che suggerisco è di puntare in alto. Rivolgersi in prima battuta agli editori più famosi, senza scoraggiarsi subito se una grande Casa risponde picche alla proposta editoriale. Forse nella sua redazione non c’era il talent scout più indicato, e sono tanti i casi letterari rifiutati da grossi editori che poi si son mangiati le mani quando hanno visto un best-seller pubblicato da un concorrente (vedi “Il Gattopardo”, o Camilleri, autore che ha raggiunto il grande successo in tarda età, dopo una vita di rifiuti…). Insomma, provateci».
ATTENTI AL LUPO
E se ci chiedono soldi? Il contributo spese che richiede un Editore per la pubblicazione – secondo il professionista - dovrebbe essere limitato alla promozione: un costo da tagliare facilmente se l’autore decide di occuparsene personalmente o affidandola ad un ufficio stampa e lasciando la produzione e distribuzione del libro all’Editore.
«In altri casi, non consiglio di pubblicare a pagamento con un editore: il contributo spese che questo proporrebbe “dopo aver letto” il tuo libro è, spesso, un modo per far guadagnare a lui qualche migliaio d’euro senza alcuna speranza di rientro, in quanto molto spesso questi piccoli editori hanno una capacità distributiva pari allo zero. Fatti i conti, con la stessa spesa magari potresti stampartelo da te in più copie e venderlo su internet...». E poi, non investite troppe aspettative nella vostra opera e ritenetevi già abbastanza appagati dall’essere stati in grado di concepire e dar forma a un intero libro. Tuttavia, se si crede che ciò che si è realizzato abbia un valore artistico, non disperate. Il tempo potrebbe darvi ragione.
PAESE DI NON LETTORI
I 19 milioni di lettori italiani, pari al 38% della popolazione del nostro Paese, si dividono secondo i dati dell'AIE (Ass. Italiana Editori) nelle seguenti categorie:
Lettori fortissimi (oltre 20 libri/anno) 0,4%
Lettori forti (11-20 libri/anno) 1,1%
Lettori medi (6-11 libri/anno) 6,5%
Lettori deboli (3-5 libri/anno) 15,2%
Lettori borderline (1-2 libri/anno) 14,8%
domenica 7 novembre 2010
Incazzatori PS3
Numeri alla mano, il 19 % dei videogiocatori rompono la propria console per "eccessivo agonismo"... detto papale papale, si incazzano talmente tanto durante il gioco che sfasciano la propria console !
Più nel dettaglio, il 7 % dei "videogiocatori incazzati" rompe la console con un oggetto (mazze, cose cosi...) e il 91 % di loro si pente immediatamente del gesto effettuato, salvo poi accanirsi un millisecondo dopo sul povero controller rimasto intatto.
altre cifre: la metà dei videogiocatori (!) si incazza durante il gioco normale e un terzo scaglia il controller di gioco lontano dalle proprie mani e il 10 % lo scaglia talmente forte da romperlo inevitabilmente. L'11 % dei videogiocatori si incazza con un proprio amico ( reale o virtuale) e il 14 % si incazza per il fatto che il personaggio non fa esattamente quello che si vuole.
Insomma : videogiocare fa arrabbiare. Ed è vero. Suggerirei altre categorie... tipo quelli che si incazzano quando salta la corrente dopo aver effettuato 50 giri in una gara endurance, che vedono passare davanti al proprio schermo gente in momenti concitati, quelli che finiscono un livello brevissimo in 10 minuti abbondanti causa continue chiamate da parte di amici/parenti.... per non parlare poi di quelli che si incazzano durante il gioco online causa bimbiminkia fenomenali (nel senso che sono fenomeni da baraccone) o per gli odiosi cheater e quitter, quelli che devono vincere per forza se no si incazzano a loro volta... e rompono la console (e i maroni) .
Forse non si arriverà ai livelli del video che vi propongo giù, ma c'è da scommettere che scene del genere le avete viste eccome... ecco perchè questa statistica la adoro e secondo me è dannatamente vera.